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Suor Dolores verso Lourdes...

Episodi

  • Episodio 1
  • Episodio 2
  • Episodio 3

Il Sig. Angelo Falcone, avv. calabrese, alla fine degli anni '40, conobbe, tramite un frate francescano, Suor Dolores. Da allora cominciò a frequentarla assiduamente. La prima volta che la vide i suoi occhi furono attratti dalle piaghe che Ella aveva alle mani. Suor Dolores si accorse di ciò e, quasi vergognandosi, cercò di nasconderle alla vista dicendo: "Avvocato, non vi prendete paura, non è niente; io sono malata, ma state tranquillo che la malattia non si attacca!"
In una di queste visite il Sig. Angelo le chiese di far benedire dalla Madonna la sua corona del Rosario. Si trovavano nella Cappella del Convento di Fiumefreddo e Suor Dolores, acconsentendo alla richiesta gli fece posare il Rosario sull'altare; poi si sedette In un banco vicino a Suor Dolores; mentre parlavano la Suora venne rapita in estasi. Chiaramente l'Avv. Falcone non pensò ad altro che a seguire l'estasi di questa giovane Suorina, ma verso la fine, ricordandosi della sua richiesta, guardò l'altare e vide dall'alto scendere rapidamente il suo rosario che cadendo sull'altare, batté contro un vaso producendo un piccolo rumore.
Stupefatto chiese poi a Suor Dolores, tornata in sé, se la Madonna avesse benedetto il suo Rosario, e Lei disse: "Ma certo! E mi ha detto che lo dovete sempre portare con Voi, perché sarà fonte di continue grazie!"
Angelo Falcone, felicissimo, prese il Rosario dall'altare e se lo mise nel taschino. Inutile dire con quanta devozione portasse con se quella reliquia. Un giorno, dopo molto tempo, non si sa come, questo Rosario sparì; lo cercò affannosamente senza risultato. Allora tornò, con la moglie Bianca Maria da Suor Dolores, mortificato ed addolorato, e le comunicò di aver perduto il Rosario benedetto dalla Madonna. Suor Dolores condivise tutta la pena ed il dispiacere di Angelo e con semplicità disse: "Non fa niente, gliene faremo benedire un altro!".
Allora Angelo andò con la moglie a Pompei dove comperò un bellissimo Rosario di perle legato in argento e lo portò a Suor Dolores che, come al solito, lo fece porre sull'altare della Cappella. La Sig. Bianca volle aggiungere vari santini ed immagini della Madonna per farli benedire.
Così posero in bell'ordine tutte queste devozioni e si sedettero accanto a Suor Dolores per esporle i loro problemi; dopo poco, Suor Dolores entra in estasi e, parlando con la Madonna, invoca preghiere e benedizioni. Quando alla fine chiedono se la Madonna avesse benedetto tutti gli oggetti, Lei risponde: "Ma certo! andate a prenderli!". Sull'altare trovarono tutti gli oggetti spostati, non più come li avevano deliberata mente messi in ordine, mentre un profumo fortissimo di gigli e tuberose si effondeva da ogni oggetto.

La Sig.ra Bianca Maria ed il Sig. Angelo Falcone si erano da poco tempo sposati e vivevano in Roma nella casa del suocero, in attesa di sistemarsi definitivamente nella loro casa non ancora pronta.
Consumavano i loro pasti nella cucina,dove c'era un tavolo bianco ed una sola sedia bianca. Rimediavano a questa mancanza prendendo una sedia nera dalla sala da pranzo. Gli sposi nella loro intimità, pensavano anche a Suor Dolores, che avevano conosciuta ed amata, ed avrebbero voluto che entrasse almeno una volta per vedere dove loro vivevano.
Più volte glielo avevano chiesto e Suor Dolores lì aveva assicurati che Lei era venuta ed aveva visto la casa.
Pur sapendo che Suor Dolores aveva il dono della bilocazione, non si rendevano bene conto, ed una volta osarono chiederle: "Ma come facciamo a sapere quando Lei viene?". Ella rispose: "Va bene, quando verrò la prossima volta, voi ve ne accorgerete!"
Una sera, come al solito al momento della cena, con la tavola apparecchiata, Bianca disse al marito: "Vai a prendere la sedia nera". Angelo andò, ma non trovò la sedia da portare in cucina. Chiamò la moglie ed insieme si misero a cercare la sedia nera, che ad ogni pasto prendevano e poi rimettevano al suo posto, ma nella sala da pranzo la sedia non si trovava. Tornarono sui loro passi, ed entrando nella cucina trovarono la tanto cercata sedia lì, al solito posto: si guardarono attoniti e capirono che Suor Dolores era venuta a trovarli.
Ancora stupiti andarono poi al Convento per raccontarle il fatto. Suor Dolores ridendo come avesse fatto una marachella, disse: "Ve l’avevo detto che sarei venuta!"

Una ispezione del Vaticano

Nella crescente crisi di valori morali autentici che dobbiamo oggi subire, sentiamo istintivo il desiderio di riferirci ad atti e fatti che finalmente possono edificare lo spirito e confermare a noi stessi ed agli altri la volontà dl appartenere a Cristo. Nella scarsità di esempi attuali, ci avvaliamo della memoria.

Penso alla giovane suor Dolores Barone che a Fiumefreddo-Bruzio, ingenua ed innocente, sopportava umilmente l'aggressione della notorietà, dei sospetti malevoli e delle chiacchiere, per fatti strani di cui era inconsapevole protagonista.

I superiori, Vescovo e suore, anch’essi negativamente coinvolti, avevano avvisato i competenti organi centrali della Chiesa. Ma le anime più semplici e devote. quelle che evangelicamente vivono le cose dello Spirito, con cuore puro, già indicavano la suora come "la suora santa" o "la suora del miracolo" o simili.

Giunse da Roma un ispettore, il francescano Padre Lazzaro D'Arbonne, postulatore delle cause dei santi, come dire esperto di questi casi.

L'ispezione fu severa, approfondita e lunga. Le suore ne rimasero stupite e meravigliate. Padre Lazzaro si insediò nel convento per due mesi, analizzando con scrupolosa professionalità la vita quotidiana della suorina: le manifestazioni misti che del suo fragile corpo (stigmate, dolori, i continui colloqui con la Madonna, le non occasionali scelte di vita improntate alla umiltà, alla preghiera, alla penitenza, ai rigorosi digiuni.

Il referto che ne scaturì, segreto, ma sempre reperibile negli archivi Vaticani, deve ritenersi più che positivo, anzi entusiastico, stando alla impressione che lasciò nelle persone che ebbero occasione di conoscerne il contenuto, come la superiora diretta della suora, suor Aurora, e suor Flora, poi superiora a Manila e tutt'ora vivente.

Ma l'entusiasmo dell’ispettore si può dedurre anche dal fatto che egli negli anni successivi prese ad andare a trovare spesso suor Dolores a Maddaloni, dove era stata trasferita, a volte trattenendosi anche per più giorni, e divenendo benefattore delle suore e dell'Istituto stesso.

Aveva capito che suor Dolores correva, piena di letizia, incontro al suo Signore, nel dolore, nella rinuncia a se stessa e nel nascondimento. Giorno dopo giorno viveva l'imitazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, spendendo, per i fratelli, i meravigliosi          doni che lo Spirito le elargiva mediante la Madonna.